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  • Luca Gardini premia la nostra scelta naturale

    Luca Gardini non è solo il sommelier italiano forse più conosciuto e apprezzato nel nostro Paese e a livello internazionale. È stato campione mondiale della sua professione e uno degli ingredienti del successo del ristorante di Carlo Cracco era la sua carta dei vini. Oggi scrive su molte testate e a CorteBianca ha dedicato la sua rubrica “In cantina”, pubblicata sulle pagine del magazine settimanale della Gazzetta dello Sport, “SW-Sportweek”. Al centro della sua attenzione la scelta naturale di CorteBianca. Ne sottolinea prima di tutto il valore culturale e la sua ricaduta su colture completamente bio e sulla ricostruzione di un ambiente naturale dentro e attorno ai filari, in grado di fare esprimere al meglio caratteristiche e potenzialità delle uve. Descrive il Satèn 2009 come un vino “dal tratto floreale (acacia) e delicatamente agrumato: bergamotto e lime”. Mentre del Rosè, sempre 2009, evidenzia "la ricca verve fruttata" e dell’ExtraBrut il suo essere "un quasi assolo di Chardonnay" e il lungo riposo sui lieviti di 36 mesi. Un articolo che segue il primo incontro di Gardini con CorteBianca, avvenuto durante la “Milano Golosa” di Davide Paolini di due anni fa e seguito oggi da una recensione che racconta quanto siano importanti le scelte che ogni produttore opera tra i suoi filari, per ottenere vini in grado di esprimere le caratteristiche della loro terra.

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Crediamo che esista un filo invisibile e forte che, come un antico pizzo, unisce le persone, gli animali, le piante, la storia e la cultura di un luogo in un profondo legame di armonia.

Filosofia CorteBianca Filosofia CorteBianca

Produrre vino in modo naturale è per noi seguire gli intrecci di questo filo, a partire da un angolo di Franciacorta, con il sogno di preservare e difendere un microcosmo, nel rispetto della sua natura e della sua anima.

Filosofia CorteBianca Filosofia CorteBianca

Intorno a questo concetto ruota tutta la filosofia di CorteBianca. Dalle tecniche biologiche di coltivazione, alla protezione della biodiversità, fino al recupero della cascina secondo principi di bioedilizia e sostenibilità: ogni scelta compiuta in questi anni testimonia il legame con la terra, con la tradizione e un'antica domesticità, e rappresenta una precisa visione, etica ed estetica insieme.