L'articolo è di quelli da batticuore, non solo perché è corposo, dettagliato e inserito in una bella pagina che racconta la Franciacorta, ma soprattutto per il modo in cui il giornalista, Paolo Galliani, ha saputo cogliere l'anima di CorteBianca. Dalla descrizione quasi cinematografica di Sergnana, al resoconto della giornata di presentazione, fino al racconto della nostra "scelta di cuore e di vita", ogni parola ci rappresenta e ci riempie di gioia. E anche di un pochino di orgoglio.
Ecco l'articolo per esteso:
La magia della piccola Sergnana brinda alla nuova azienda agricola
Diavolo! Deve essere un paesino davvero minuscolo se perfino su una mappa a scala 1:30.000 si fatica a individuarlo. Tant'è. La consegna è precisa: da Rovato, sempre diritto fino alla rotonda di Timoline, poi a destra per Provaglio, quindi un po' di slalom fino a Provezze, lasciandosi sul lato nord la meraviglia dei Monti Cognolo e Madonna che vanno a insinuarsi nella conca del lago d'Iseo. Alla fine, un po' per istinto, un po' per le cortesi indicazioni della gente, eccola Sergnana, poche abitazioni, vicoli stretti dove non passano due auto insieme, una leggera pendenza che attribuisce al luogo una curiosa atmosfera d'altri tempi. Defilata come tutte le cose più graziose, una splendida cascina lombarda a corte interna incorniciata da vigne, troppo bella per nascondere a lungo il segreto: la nascita delle prime cinquemila bottiglie di un Extra Brut “CorteBianca”, alchimia di uve Chardonnay (95%) e Pinot Nero (5%) raccolte e vinificate nell'annata 2008, destinato ad essere presto affiancato da millesimati, da un Satèn e da un Rosé. Sarebbe una giornata importante per qualsiasi azienda agricola. Lo è da batticuore per i padroni di casa, Mauro Franzoni e la moglie Marina Tonsi. E non solo per la presenza amici e ospiti presenti. Nemmeno per le argomentazioni, sagaci e argute, del “gastronauta” Davide Paolini o di Andrea Grignaffini di Spiritodivino.
Perché ci sono decisioni che pesano: sono scelte di cuore e diventano scelte di vita. Lo è stata per entrambi: per lui, dirigente d'azienda e presidente di Acque Levico, e per lei, architetto, con una passione per i recuperi quasi impossibili e per i progetti impregnati di riguardo per la natura. Roba di questi anni. E il loro ingresso in punta di piedi nel grande mondo enologico della Franciacorta è una nuova, bella storia in una fetta di Lombardia considerata benedetta da chi ama la cultura del vino e la laboriosità di chi lo produce.
Tutta colpa di un'escursione, dieci anni fa, quando Mauro e Marina scoprirono questo angolo nascosto del Bresciano, rimanendo affascinati da una piccola vigna che resisteva fra appezzamenti semi-abbandonati e coltivazioni intensive a granoturco. Trovarono deliziosa anche la vicina cascina in pessimo stato, solo periodicamente abitata da una famiglia di contadini. Un'intuizione o solo il capolinea di una lunga ricerca: andare a vivere in un posto speciale e occuparsi anche di un'attività speciale. Insomma, rianimare vigneti capaci di produrre - ricordava la gente del posto - ottimi vini, recuperare una dozzina di piante secolari di gelso per incorniciare il viale d'ingresso, e mettere mano alla cascina affidandola alle cure di Marina: linee sobrie ed epurate, eleganti e calde, stanze mai troppo piene, ingentilite da oggetti di uso comune e largo utilizzo di materiali naturali, la pietra bionda, il ferro.
Il resto? Dettagli, anche se importanti: come la scelta dell'ecosostenibilità e dell'affidamento delle uve alla Barone
Pizzini, azienda vicina che più di altre aveva già cominciato a sperimentare la strada del biologico. L'altro giorno il brindisi e la promessa: evitare l'uniformità che spesso contagia chi lavora nella produzione viti-vinicola. A piccoli passi, perché - come ripete Mauro Franzoni - “siamo alle prime armi”. Fuori dalla cinta di Corte Bianca, l'autunno regala scorci da Repubblica pastorale. Sarà anche un dettaglio, ma anche la cornice rende bella la tela.
Paolo Galliani, "Cortebianca. La magia della piccola Sergnana brinda alla nuova azienda agricola", Il Giorno, 18/11/2011
Il 7 novembre, sulla Gazzetta di Parma, Andrea Grignaffini ha dedicato a CorteBianca un articolo che ci ha davvero lusingato. Eccolo:
"Questa è la storia recente di un sogno realizzato. Siamo in Franciacorta e più precisamente a Sergnana a un passo dal lago d’Iseo. I protagonisti sono due giovani coniugi legati a doppio filo dall’amore per la natura e per la terra. Lui è Mauro Franzoni affermato manager che abbandona tutto e compera una vecchia cascina circondata da terreni vocati alla viticoltura. Lei, Marina Tonsi, un’intraprendente architetto votato al recupero di case, ambienti e paesaggi per riportarli ad una nuova attrattiva e avvenenza. Il risultato di questo connubio è «CorteBianca», un’azienda nata nel 2001 che oggi già produce vino di ottimo livello. Il primo passo è stato il recupero di terreni per impiantare vigne di pinot nero e chardonnay, i due vitigni classici della Franciacorta, il tutto all’insegna del biologico, a seguire la ristrutturazione della cascina, anzi come dicono nell’architettura lombarda della «cascina a corte chiusa». E nel 2008, nasce la prima etichetta «Extra Brut CorteBianca», per il prossimo anno sono previste due nuove uscite: un Satèn e un Rosé.
E proprio l’extra brut (5000 bottiglie in tutto) ci ha convinto: sia per la scelta coraggiosa (raro affidarsi di primo acchito a una tipologia estrema) sia per la fattura (ossidazioni controllate, bevuta atipica e intrigante: una bolla dalla spalla acida ma confortata da un frutto sostanzioso, in più un bell’allungo su note leggermente candite e, vista la zona, giustamente amaricanti. La passione per la terra, per la vigna in un contesto di rispetto per l’ambiente, per l’ecosistema naturale, per il legame con la tradizione hanno contribuito a conferire a queste bollicine un’identità unica data da uve di ottima qualità. Così il sogno è diventato realtà.
Andrea Grignaffini, "Franciacorta, sogno d'amore e bollicine", Gazzetta di Parma, 7 novembre 2011.
Crediamo che esista un filo invisibile e forte che, come un antico pizzo, unisce le persone, gli animali, le piante, la storia e la cultura di un luogo in un profondo legame di armonia.
Produrre vino in modo naturale è per noi seguire gli intrecci di questo filo, a partire da un angolo di Franciacorta, con il sogno di preservare e difendere un microcosmo, nel rispetto della sua natura e della sua anima.
Intorno a questo concetto ruota tutta la filosofia di CorteBianca. Dalle tecniche biologiche di coltivazione, alla protezione della biodiversità, fino al recupero della cascina secondo principi di bioedilizia e sostenibilità: ogni scelta compiuta in questi anni testimonia il legame con la terra, con la tradizione e un'antica domesticità, e rappresenta una precisa visione, etica ed estetica insieme.